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Test di gravidanza positivo negli uomini: è possibile?

Sorpresi? Eppure stiamo parlando di un’importante tecnica diagnostica (oncologica) nei soggetti di sesso maschile, soprattutto adolescenti e giovani adulti.

Da molti anni il test di gravidanza è un economico kit di utilizzo semplicissimo, di libera vendita in farmacia e persino al supermercato, basato sulla ricerca nell’urina della gonadotropina corionica umana (ß-HCG), un ormone secreto dalla placenta fin dai primissimi giorni di gravidanza. Al contrario, per buona parte del secolo scorso la diagnosi precoce di gravidanza fu una questione molto più indaginosa perché richiedeva complicati e costosi test biologici su conigli e rane.

In realtà era sempre una questione di ß-HCG: si era scoperto, negli anni ’20, che l’urina delle donne gravide determinava, nelle giovani coniglie vergini, l’aumento di volume delle ovaie e il loro viraggio di colore verso il giallo intenso (test di Friedman). I due fenomeni erano legati alla forzata ovulazione indotta nelle coniglie dalla gonadotropina umana urinaria e al conseguente sviluppo di un corpo luteo post-ovulatorio. Purtroppo il test richiedeva inevitabilmente di sacrificare le conigliette iniettate con le urine delle sospette gravide; senza contare che la diagnosi precoce di gravidanza non si poteva esattamente eseguire come oggi in cinque minuti nella privacy del bagno di casa e non era proprio alla portata di ogni portafoglio.

Nei decenni successivi fu perfezionato un analogo test biologico sulle conigliette che non ne richiedeva la morte, ma soltanto (si fa per dire) l’apertura chirurgica dell’addome sotto anestesia; con il vantaggio supplementare che la coniglietta poteva essere riutilizzata per un altro test di gravidanza dopo poche settimane con netti vantaggi in termini di costi. Test di gravidanza, concettualmente analoghi ma più economici rispetto a quelli sulle coniglie, furono anche sviluppati nelle giovani topine immature (test di Aschheim-Zondek e test di Frank) e, soprattutto, in rane e rospi (test di Galli-Mainini su anfibi anuri nelle sue diverse varianti).

Figura 1Il test sulle rane, in particolare sulla rana africana Xenopus laevis, sviluppato dall’endocrinologo inglese Lancelot Hogben e in auge fino agli anni ’50, dava velocemente la risposta e non richiedeva al ginecologo di essere anche uno specialista di autopsie o chirurgia addominale sulle conigliette: il test era positivo e la gravidanza confermata se, dopo 8-12 ore, la rana femmina, inoculata con le urine della sospetta gravida, deponeva le uova (Figura 1).Il meccanismo alla base del test di Hogben era lo stesso del test di Friedman: la ß-HCG delle urine forzava l’ovulazione, nell’anfibio come nella coniglietta.

Dalla fine degli anni ’30 e negli anni ’40 furono sviluppate diverse varianti del test, che utilizzavano rospi maschi invece delle femmine di rana. Queste varianti erano basate sulla ricerca al microscopio di spermatozoi nelle urine del rospo, 3-6 ore dopo l’iniezione dell’urina della donna sospetta gravida in una delle sacche linfatiche del rospo. Ogni angolo del mondo aveva i suoi campioni nazionali di rospi per il test, britannici piuttosto che birmani, sudafricani o della Florida.

A lungo, anche dopo l’abbandono delle conigliette di Friedman a favore della rana africana di Hogben, “the rabbit died” (“la coniglietta è morta”) significò, nella lingua colloquiale americana, un pargolo in arrivo; tra l’altro con una notevole imprecisione concettuale perché la sventurata coniglietta defungeva anche quando il test, se negativo, smentiva che la cicogna si preparasse a scodellare un frugoletto sull’uscio di casa. Insomma, per qualche decennio prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’ecatombe era inevitabile anche senza gravidanza in atto. Ma torniamo ai maschietti col test di gravidanza positivo…

All’inizio del decennio, fu individuata una massa dolente nel fianco di un diciottenne inglese, Byron Geldard, che aveva appena terminato il suo “A level” (suppergiù la nostra maturità) e ne attendeva i risultati; l’ecografia dimostrò la presenza di un tumore invasivo  di origine sconosciuta, ampiamente diffuso all’addome e ai polmoni.

Figura 2Gli oncologi del famoso Addenbrooke’s Hospital di Cambridge risolsero l’arcano sulla natura del tumore proprio con un semplice test di gravidanza: si trattava di un cancro dei testicoli, una neoplasia maligna tipica invasiva di adolescenti e giovani adulti, che aveva già raggiunto lo stadio quattro. Nonostante l’ampia diffusione, chemioterapia e chirurgia risolsero rapidamente il problema: dal successivo gennaio l’adolescente inglese fu libero da ogni sintomo e i suoi test urinari di gravidanza furono da allora negativi (Figura 2).

Da allora i test di gravidanza sono un metodo di screening economico e rapido per rafforzare o escludere l’ipotesi diagnostica di carcinoma dei testicoli: la ß-HCG di origine tumorale che il test evidenzia nelle urine è esattamente lo stesso ormone della donna in gravidanza.

Immagini
  • Figura 1: A sinistra, Lancelot Hogben nel 1952; a destra, il contenitore di vetro dotato di una griglia traforata per la deposizione sul fondo delle uova da parte di Xenopus laevis (da: Gurdon & Hopwood, Int J Dev  Biol 2000; 44: 43-50).
  • Figura 2: Byron Geldard, in remissione da diversi anni, mostra felice il suo test di gravidanza negativo. Crediti: Victoria Ward, “The Telegraph”, 9 marzo 2015).
 
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Il Prof

Il Prof è medico internista, sempre in viaggio fra la Germania e l’Italia ma, quando può, collabora con PKE inviando articoli su temi scientifici un po’ insoliti.
 

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