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Poliomelite: tra storia e Fake News

PoliomeliteMolti tra coloro che hanno superato il mezzo secolo di vita ricorderanno di aver visto nella loro infanzia uomini e donne che zoppicavano, o erano addirittura ridotti su una sedia a rotelle con le gambe ridotte a esili bastoncini, e che raccontavano di essere in quelle condizioni da quand’erano bambini. Erano i fortunati che erano sopravvissuti alla malattia della quale Jonas Salk, nel 1953, annunciò l’imminente sconfitta: la poliomielite. Vale la pena ricordare quest’uomo schivo, in questo cupo momento storico di rifiuto diffuso, o almeno di contestazione, di una delle più grandi scoperte della medicina: i vaccini.
 
La poliomielite fu riconosciuta nosologicamente nei primi decenni del XIX secolo. L’impatto sociale della malattia fu a lungo enorme in tutte le classi sociali: nel 1921, per esempio, la poliomielite ridusse Franklin Delano Roosevelt, futuro Governatore dello Stato di New York e 32° Presidente degli Stati Uniti, su una sedia a rotelle a nemmeno quarant’anni.

PoliomeliteOggi abbiamo dimenticato cosa furono queste malattie vinte dalle vaccinazioni a tappeto: basti dire che, nel decennio tra la fine della seconda guerra mondiale e il 1955, anno dell’inizio dei programmi di vaccinazione di massa, la poliomielite era ufficialmente classificata come il principale problema sanitario degli Stati Uniti. L’ultima grande epidemia di polio negli Stati Uniti nel 1952 (circa 58.000 individui colpiti), significò 3.145 morti e, soprattutto, 21.269 individui invalidi o addirittura paralizzati per sempre.

La primogenitura (1950) della scoperta di un vaccino protettivo contro l’Enterovirus poliomielitico non è in verità di Salk, ma del virologo polacco naturalizzato americano Hilary Koprowski. Il vaccino di Koprowski, somministrabile per via orale e testato su larga scala nell’allora Congo Belga, compresi gli attuali Ruanda e Burundi, era a virus vivo attenuato; il vaccino di Salk, sviluppato all’Università di Pittsburgh nel 1952, era invece a virus inattivato, coltivato in cellule di rene di scimmia e inattivato con formalina: due inoculazioni parenterali del vaccino permettevano di raggiungere titoli anticorpali protettivi nel 90% degli individui, tre inoculazioni nel 99%.
 
Lo sviluppo di questi vaccini, compreso il successivo vaccino orale di Sabin analogo al vaccino di Koprowski, segna una pietra miliare nello sviluppo della ricerca clinica e della statistica medica. Gli studi che dimostrarono l’efficacia preventiva di questi vaccini furono imprese titaniche in termini logistici, amministrativi e manageriali, soprattutto tenendo conto che si era ancora in epoca pre-informatica: allo sviluppo del vaccino di Salk parteciparono 1.800.000 bambini americani, canadesi e finlandesi tra i sei e i nove anni, 64.000 funzionari scolastici, 20.000 medici sul territorio e funzionari di salute pubblica e 220.000 volontari. Lo studio fu condotto in doppio cieco: vaccino a 422.743 bambini, acqua salata (placebo) a 201.229, nulla (controlli negativi) agli altri bambini.
Jonas Salk, riconosciuto benefattore dell’umanità, ricevette la prima medaglia “Distinguished Civilian Service” del Congresso degli Stati Uniti.
 
Concludiamo con una nota su un tema di moda: le “fake news” e gli strumenti che consentono l’amplificazione mediatica e la diffusione di massa delle teorie complottiste.
Nei primi anni ’90 non avevano ancora inventato i social network e la politica basata su Facebook e Twitter, ma ne esistevano già i progenitori. L’autorevolissima (in campo musicale!) rivista Rolling Stones pubblicò nel 1992 un articolo che puntò il dito contro il vaccino anti-polio sviluppato da Koprowski e sperimentato in Congo indicandolo come il veicolo che aveva consentito il salto del virus HIV-1 dell’AIDS dagli scimpanzé che vivevano nell’area di Stanleyville (oggi Kisangani nello Zaire) all’uomo.
Fu una delle prime teorie complottiste ripetute ossessivamente per trasformarle in verità.

PoliomeliteImmediatamente smentita quell’anno stesso da un articolo su Science (Panel nixes Congo trials as AIDS source. Science 1992; 258(5083): 738-9) e dalla retromarcia mediatica della stessa rivista Rolling Stones, la teoria OPV/HIV (OPV: Oral Polio Vaccine) fu rilanciata da un libro scritto dal giornalista Edward Hooper nel 1999 (The River: A Journey to the Source of HIV and AIDS).
Si dovette arrivare al 2004 per vedere negata definitivamente qualsiasi base razionale a questa palese fake news strologata a tavolino. Andando a riesumare negli archivi universitari e analizzando i campioni dei vaccini utilizzati da Koprowski in Congo sessant’anni prima, si dimostrò che era filogeneticamente impossibile per il virus dell’immunodeficienza acquisita dei primati di quell’area essere in qualche modo correlato con l’HIV-1 umano (Worobey M et al. Origin of AIDS: contaminated polio vaccine theory refuted. Nature 2004; 428(6985): 820).

L’epidemiologia ha in seguito dimostrato che è stato il passaggio all’uomo del virus SIVcpz dell’immunodeficienza acquisita degli scimpanzé dell’area del Cameroon sudorientale a dare origine all’HIV-1 di gruppo M, il principale responsabile della pandemia mondiale di AIDS. Il salto di specie è quasi certamente avvenuto negli anni ’40: almeno un decennio prima del trial del vaccino Koprowski, tra l’altro condotto in aree dell’Africa equatoriale molto più a oriente del Cameroon (Sharp PM, Hahn BH. Origins of HIV and the AIDS pandemic. Cold Spring Harb Perspect Med 2011; 1(1): a006841).

Nel frattempo la fake news aveva gravemente nuociuto allo sforzo di eradicazione mondiale della poliomielite. Diversi paesi africani hanno a lungo rifiutato i vaccini anti-polio, compreso il Sabin, portando a migliaia di morti e invalidità inutili; tanto più che si era diffusa localmente l’ulteriore fake news che i vaccini occidentali importati in Africa erano stati intenzionalmente contaminati con sostanze che causavano sterilità (Jegede A. What led to the Nigerian boycott of the polio vaccination campaign? PLoS Med 2007; 4(3): e73).
 
Il virus poliomielitico distrugge i motoneuroni del midollo spinale e del tronco cerebrale: neurologi e specialisti della riabilitazione italiani affrontarono, nell’estate del 1958, l’ultima grande epidemia di poliomielite in Italia che causò 8.377 casi di paralisi. Il crollo della polio in Italia iniziò nel 1964 con l’introduzione di massa del vaccino Sabin alcuni anni dopo le prime campagne con il vaccino Salk; l’Italia è ufficialmente polio-free dal 1992.

A proposito, quanti sono i neurologi oggi in Italia? E gli specialisti della riabilitazione? Atlante Sanità, il database della sanità italiana che comprende circa 1,4 milioni di anagrafiche, conta 12.399 medici specializzati in neurologia (di cui 9.422 iscritti a WelfareLink e dunque contattabili tramite attività di DEM) e 7.713 medici specializzati in Medicina fisica e riabilitazione.

Immagini:
  • Esercizi di riabilitazione di bambini poliomielitici a New York, 1914 circa (fonte: The Historical Medical Library of The College of Physicians of Philadelphia)
  • Titoli entusiastici di giornali americani del 1955 che annunciano i risultati ufficiali dello studio che confermò l’efficacia del vaccino Salk.

 
 
Autore:

Il Prof

Il Prof è medico internista, sempre in viaggio fra la Germania e l’Italia ma, quando può, collabora con PKE inviando articoli su temi scientifici un po’ insoliti.
 

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