Parkinson: lo studio del CNR

Uno studio dell’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr, in collaborazione con il Department of Psychiatry Columbia University Medical Center di New York, ha dimostrato che
la riduzione del contrasto nelle immagini di risonanza magnetica della sostanza nera nel cervello umano è dovuta alla perdita di neuromelanina, cioè dei neuroni che producono dopamina, legata alla malattia di Parkinson.
È stato dunque dimostrato che le immagini di risonanza magnetica della neuromelanina costituiscono un
marcatore della funzionalità dei neuroni della dopamina della sostanza nera cerebrale.
“Nei neuroni della sostanza nera del cervello umano che producono dopamina si accumula una sostanza chiamata neuromelanina. Questi neuroni vengono persi nella malattia di Parkinson - spiega Zecca, coordinatore del progetto. Erano già stati pubblicati numerosi studi, eseguiti con la risonanza magnetica (Rm o Mri), che nelle immagini mostrano una riduzione del contrasto nella zona (sostanza nera) dove si registra la perdita di neuroni della dopamina in soggetti affetti da Parkinson. Finora, però, non avevamo la certezza che la riduzione di contrasto fosse dovuto alla perdita dei neuroni e della neuromelanina in questa zona del cervello”.
Questo fatto è stato ora dimostrato dallo studio. Maggiori dettagli sono disponibili nell’articolo di
Quotidiano Sanità.
Ora, a fronte di questo importante studio, forniamo qualche dato relativo a chi effettivamente lavora quotidianamente col parkinson, il neurologo.
Atlante Sanità, il database della sanità italiana che comprende oltre 1,4 milioni di anagrafiche, conta
12.397 medici specializzati in neurologia. Di questi,
5.599 sono
medici ospedalieri,
2.063 medici specialisti in attività privata.
Autore:
PKE Group
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