Danni oculari e stagione estiva: ciò che c'è da sapere

Il sole e i raggi ultravioletti possono essere dannosi per la pelle, che dobbiamo proteggere in maniera meticolosa. Ma la pelle rappresenta l’unico organo del nostro corpo che dobbiamo difendere dall’esposizione solare? In quest’articolo vi spieghiamo perché anche gli
occhi necessitano di grande attenzione e cura durante la stagione estiva.
Le radiazioni ultraviolette emanate dal sole possono provocare alterazioni alle strutture oculari superficiali e interne sia in seguito a esposizioni brevi e intense, sia a causa esposizioni prolungate nel tempo che ne provocano un effetto cumulativo.
I primi danni avvengono generalmente a carico dei tessuti più esterni - cornea e congiuntiva - a opera dei
raggi UV di tipo B (UV-B), a bassa lunghezza d’onda, mediante la manifestazione di caratteristiche infiammazioni chiamate cherato-congiuntiviti. Più pericolose rimangono, tuttavia, le alterazioni che colpiscono i compartimenti interni - cristallino e retina - dove invece agiscono i
raggi UV di tipo A (UV-A), quelli a lunga catena. Questi, agendo in profondità all’interno dei tessuti oculari, provocano ossidazione e invecchiamento precoce, aumentando il rischio d'insorgenza di cataratta e di degenerazione maculare soprattutto nei soggetti anziani e nei bambini al di sotto dei 12 anni, nei quali il cristallino risulta estremamente vulnerabile e di conseguenza inefficiente nel filtrare adeguatamente la luce solare.
I disturbi oculari più comuni in estate
Senza adeguata protezione, è altamente probabile sviluppare le seguenti patologie:
Cataratta
Il termine deriva dal greco καταράκτης, «
cascata,
saracinesca», derivazione in virtù della credenza secondo cui l'opacamento della vista sarebbe derivato dalla discesa di un velo dall'alto, proprio come l'acqua di una cascata¹.
È un processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino che comporta diminuzione della vista. I sintomi possono includere colori percepiti sbiaditi, visione offuscata, aloni intorno alle luci, problemi con luci e difficoltà a vedere di notte.
Rappresenta la causa del 50% dei casi di cecità e del 33% delle disabilità visive in tutto il mondo².
Fotocheratite
Detta anche
cheratite attinica, consiste in un’ustione dolorosa della cornea. Quest’ultima è molto spesso anche chiamata col nome di
cecità da neve, in quanto insorge nella maggior parte dei casi – soprattutto nelle regioni artiche – a causa dell’esposizione non protetta e per periodi prolungati al riverbero della neve. Altre fonti di raggi ultravioletti causa di fotocheratite sono quelle artificiali come lampade abbronzanti e arco voltaico da saldatrice elettrica.
Pterigio
È un’alterazione che colpisce la superficie esterna dell’occhio, caratterizzata dalla crescita anomala della congiuntiva sulla cornea, che può lentamente impedire la visione. È provocata da danno cumulativo da esposizione prolungata agli agenti atmosferici di sole e vento, motivo per il quale, infatti, sembrerebbe colpire principalmente marinai, alpinisti e contadini.
Cancro cutaneo attorno alle palpebre
Anche questo è causato da danno cumulativo di raggi ultravioletti. Si configura come un accumulo di cellule cancerose di tipo basale a livello della palpebra inferiore.
Gli esperti consigliano
• È sempre consigliabile proteggersi sempre con cappelli a larga tesa e occhiali da sole con leni foto selettive – che schermano dal 99-100% sia dei raggi UV-A che dei raggi UV-B – dotate di certificato di garanzia, mentre per i portatori di lenti a contatto, scegliere quelle incorporate del trattamento anti-UV
• Adottare un’alimentazione ricca di fattori antiossidanti (frutta e verdura) per ridurre i danni da radicali liberi
• Evitare l’eccessiva esposizione a dispositivi ad aria condizionata negli ambienti chiusi, in quanto l’esposizione prolungata alle basse temperature può provocare disidratazione del film lacrimale portando a caratteristici sintomi di secchezza oculare, quali arrossamento, bruciore, iperemia e fotofobia
• Evitare attività prolungate nell’arco di diverse ore che possono causare affaticamento visivo, come guidare o utilizzare schermi elettronici, poiché anche queste possono determinare secchezza oculare e affaticamento visivo. È opportuno l'utilizzo di sostituti lacrimali in collirio per mantenere l'adeguata lubrificazione della superficie oculare, ripristinando la componente acquosa o lipidica del film lacrimale
In Italia le patologie dell’occhio sono diagnosticate e trattate dalla categoria dei
medici oftalmologi. Quantificati grazie ad
Atlante Sanità, il database della sanità italiana che conta oltre 1,6 milioni di anagrafiche di professionisti della salute, contiamo
8.370 medici italiani in oftalmologia.
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Cataratta, Wikipedia
Autore:
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