Colesterolo e malattie cardiovascolari: il ruolo dei geni

L'
effetto del colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo "cattivo")
sul rischio di sviluppare un infarto miocardico dipende anche dai geni: questi i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista
Circulation (American Heart Association) e realizzato da
Allelica, società di software di genomica specializzata nello sviluppo del
Polygenic Risk Score (
PRS) per la medicina personalizzata.
Il
PRS è una
misura del rischio di malattie di una persona basata sui suoi
geni e si calcola combinando gli effetti di un gran numero di varianti genetiche nel genoma. Allelica ha sviluppato avanzati strumenti digitali per la stima del PRS di una persona rispetto a patologie cardiovascolari, basandosi sulla più recente tecnologia bioinformatica applicata allo studio dei dati genetici di circa 408.000 individui della biobanca del Regno Unito. Basandosi su questo algoritmo, Allelica ha preparato un semplice test genetico salivare, chiamato
CardioriskSCORE®, che consente di valutare il PRS di ogni individuo.
Le malattie cardiovascolari
Le
malattie cardiovascolari sono la
principale causa di morte in Europa, determinando quasi
4 milioni di decessi (43% di tutti i decessi) nel 2016. Anche
in Italia rappresentano ancora la principale causa di morte (dati Istat 2018), essendo responsabili del
34,8% di tutti i decessi (31,7% nei maschi e 37,7% nelle femmine).
In particolare,
il 40% degli adulti presenta almeno 3 dei fattori modificabili di rischio cardiovascolare, quali ipertensione, ipercolesterolemia, sedentarietà, fumo, eccesso ponderale, scarso consumo di frutta e verdura (dati Progetto Cuore).
La scoperta
Lo studio pubblicato su
Circulation mostra che le persone con
livelli medi di colesterolo LDL (130-160 mg/dl)
ma con uno score poligenico elevato hanno un rischio equivalente di soffrire di malattie cardiovascolari e infarto rispetto alle persone con ipercolesterolemia (> 190 mg/dl)
ma con un PRS di valore medio. La ricerca ha inoltre dimostrato che le persone con punteggi poligenici elevati rispetto alle malattie coronariche possono ridurre il rischio di malattia portandolo nella media della popolazione se mantengono livelli ottimali di LDL (<100 mg/dl). Invece, individui con score poligenico basso non presentano un aumento del rischio all'aumentare dei livelli di LDL.
"Il rischio di un individuo di avere un infarto o un ictus è determinato dall'interazione di molti elementi, essendo esso multifattoriale e poligenico. Oggi i risultati di questo nuovo score di rischio poligenico (PRS) cardiovascolare apre interessanti prospettive cliniche per i nostri pazienti, dimostrando che
il rischio cardiovascolare di un individuo dipende da una correlazione tra colesterolo LDL e rischio genetico - spiega Ciro Indolfi, presidente SIC (Società Italiana di Cardiologia) - Lo studio, pubblicato su Circulation, effettuato su più di 400.000 individui, ha dimostrato che il rischio di infarto e ictus conferito dal colesterolo LDL è modificato dal background genetico di un individuo. Questo studio suggerisce che i maggiori benefici dei farmaci che abbassano il colesterolo LDL si otterrebbero negli individui con alti score di rischio poligenico (PRS)". "Lo studio - conclude Indolfi - ha dimostrato che nei pazienti con alto PRS l'aumento del rischio cardiovascolare, a parità di colesterolo LDL, è stato il doppio rispetto al gruppo PRS intermedio".
Il PRS è in grado, inoltre, di identificare con precisione quegli individui che nonostante siano indicati come bisognosi di un intervento terapeutico, secondo le linee guida correnti, non sono in realtà ad alto rischio cardiovascolare in base ai loro geni e ai livelli di LDL, e che quindi potrebbero potenzialmente evitare il trattamento.
Fonti e approfondimenti
Nuovo test del DNA aiuta a calcolare il rischio cardiovascolare
Autore:
PKE Group
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